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Garibaldino


Elenco delle migliori vendite garibaldino

Genova (Liguria)
GIUSEPPE BANDI I MILLE DA GENOVA A CAPUA A CURA DI CESARE MUSSINI LE MONNIER 1958 COPERTINA FLESSIBILE ILLUSTRATA A COLORI, RILEGATURA BROSSURATA, PAGINE 280, FORMATO CM. 16X21,5. Stato di conservazione: OTTIMO come mostrano le foto ILLUSTRAZIONI FUORI TESTO IN B/N Giuseppe Bandi (Gavorrano, 15 luglio 1834 – Livorno, 1º luglio 1894) è stato un patriota, scrittore e giornalista italiano. È noto soprattutto per essere l'autore di uno dei capolavori della letteratura garibaldina, I Mille, da Genova a Capua, pubblicato postumo nel 1902: una delle testimonianze più appassionanti sull'epopea garibaldina, un'opera di sapore popolaresco, vigorosa e asciutta. Alla sua opera memorialistica si ispirò il grossetano Luciano Bianciardi, grande ammiratore di Bandi tanto da considerare I Mille come il suo libro preferito, per La battaglia soda (1964), scritta in stile e linguaggio ottocenteschi. Il protagonista del romanzo, il cui nome non viene mai rivelato, è inoltre proprio costruito sulla biografia di Bandi. Giuseppe Bandi oggi riposa nel Cimitero della Misericordia a Livorno. Questo libro è il racconto delle avventure dei mille ragazzi che si imbarcarono a quarto con Garibaldi e andarono a liberare la Sicilia e l'Italia meridionale, un giorno capita tra le mani di Luciano Bianciardi bambino: glielo dà il padre Atide, timido ed oscuro cassiere di banca, ma mazziniano e patriota nell'animo. Forse questo è l'unico libro di Luciano che non subisce la sorte che tocca agli altri libri non scolastici, quella di essere chiusi a chiave dalla madre maestra Adele, all'inizio dell'anno scolastico. Luciano legge e rilegge le imprese del suo conterraneo Bandi, lo ammira e sogna di essere anche lui un garibaldino. non può sognare Salgari, Verne o Dumas, chiusi nell'armadio ed allora i garibaldini e Garibaldi sono i suoi eroi, che non lo abbandoneranno mai. Spese di spedizione euro 2 con posta prioritaria "piego di libri" opportunamente protetto ed inviato dentro apposita busta postale. Non e' prevista la consegna brevi manu Pagamento: Postepay Bonifico bancario Vaglia postale Paypal
13 €
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Italia (Tutte le città)
Il cimitero di Praga di Umberto Eco; Editore: Bompiani 29 Ottobre 2010; Copertina rigida editoriale con sovracoperta illustrata; Pagine: 523; Illustrazione di copertina: Pierluigi Buttò. Nuovo Trent’anni dopo Il nome della rosa Umberto Eco torna in libreria con un nuovo romanzo di ambientazione storica. Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, il falso bordereau di Dreyfus per l’ambasciata tedesca, la crescita di quella falsificazione nota come I protocolli dei Savi Anziani di Sion, che ispirerà a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi nella Parigi della Comune, orrendi ritrovi per criminali che tra i fumi dell’assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere. Padova e provincia ritiro a mano (da concordare ) gratis. Le tariffe postali sono: - Raccomandata .........€. 5,10 sicura e tracciabile - Piego libri ordinario .........€. 2,10 non tracciabile quindi poco sicura.
8 €
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Italia (Tutte le città)
Basandosi sulla vita di un suo conterraneo garibaldino, Giuseppe Bandi, e su un suo libretto, Luciano Bianciardi ci fornisce una personalissima interpretazione degli anni decisivi del Risorgimento italiano, quando la raggiunta unità nazionale vide cadere, nello stesso tempo, le speranze degli uomini migliori che ne erano stati protagonisti. L'annessione piemontese del sud, l'epurazione della parte "azionista" dei garibaldini, il brusco e inflessibile "rappel à l'ordre", la tragedia di Custoza, dove a essere sconfitti non furono soltanto i generali piemontesi, ma anche noi stessi. Introduzione di Emilio Tadini.
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