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Nei pressi del Municipio in zona centrale, locale per uso studio medico, composto di due ambienti e due bagni a pianterreno e vano cantina al piano seminterrato. Ristrutturato e ben rifinito. Il territorio di Castellana Grotte, ubicato a circa 38 km a sud est di Bari, sorge sull'altopiano calcareo della Murgia dei Trulli e delle Grotte, ad un'altitudine media di 300 m s.l.m. ed ha una estensione complessiva di 67,96 km². Esso è, per costituzione geologica e conformazione fisica del terreno, in tutto simile alle caratteristiche geomorfologiche dell'Alta Murgia. Ha il medesimo aspetto pietroso e roccioso dei rilievi, gli stessi fenomeni carsici di superficie e profondi. Infatti è situata al margine di una breve valle carsica chiusa, la valle di Genna, in una zona caratterizzata da doline, lame, grotte, inghiottitoi e voragini. Consta di un nucleo più antico, dalla pianta irregolare, e di vaste addizioni più moderne, a vie diritte e ortogonali, che risalgono le pendici della conca, dal lato sud-orientale. Il territorio varia, si arriva a toccare i 400  m s.l.m. della collina di Genna a meno di 3 km dalla città e i 410 m s.l.m. del bosco dell'Orbo nei pressi del Barsento. Ciò rende mite il clima e piacevole il soggiorno su queste colline che si affacciano, da un lato, a Levante, guardando verso l'Adriatico e dall'altro lato verso l'interno della Murgia più alta. Il territorio boschivo dell'agro castellanese si estende per lo più verso sud. L'originaria vegetazione spontanea del territorio ha subito, nel corso del tempo, notevoli trasformazioni a causa dei continui disboscamenti. Le presenze arboree più diffuse nei boschi sono alcune specie di querce, come il leccio, la roverella e il fragno, a volte in presenza mista. Appartiene alla Regione Agraria n. 6 - Murge di Castellana. Osservando la pianta della città, la parte antica di Castellana, di tipo urbano-medievale, è nettamente distinta dal resto del centro sviluppatosi dal '600 al '800, posta all'esterno delle vecchie mura e torri, e caratterizzato da strade lunghe e parallele. Le stradine della zona storica, convergenti in Largo San Leone Magno in cui vi si affaccia l'omonima chiesa, sono ancora lastricate da basolato in locale pietra calcarea, e molte di esse conservano i caratteristici cordoli. Nei numerosi altri viottoli, invece, vi si scorgono chiese, palazzi signorili, archi e case bianche. Fra le antiche porte di accesso alla città vi erano Porta Grande con la Torre delle Armi, nella quale risiedevano gli armigeri, ed è localizzata nei pressi dell'attuale omonimo largo, un tempo adibito ad un grande orto e circondato da case e botteghe artigianali. Largo Portagrandecoincide col punto più depresso di un ampio bacino pluviale, nel quale si aprono le gravinelle, incisioni naturali della roccia calcarea scavate dalle acque meteoriche, tipiche della Murgia. Nel lato opposto del largo vi è il rione del Casalicchio annesso all'ex convento dei frati Paolotti. Porta della Gabella, esistente fino al 1792, era ubicata nell'attuale imbocco di Via Trento, ed apriva un varco che portava alla chiesa di San Leone Magno. Prende il suo nome da un'antica tassa per la molitura del grano, la gabella, e nelle immediate vicinanze vi erano i mulini pubblici ed un grande forno per la panificazione. Distrutte le cinta murarie, furono costruite nuove strade che la collegavano alle altre "porte" principali: Porta Nuova (ubicata al termine di Via Giovanni Bovio), Porta delle Olive e Porta Pèntimi. Porta delle Olive, adiacente l'imbocco di Via Madonna degli Angeli e la cui esistenza risale fino al 1700, era così conosciuta per il paesaggio, dominato da quattro maestosi ulivi, che offriva appena al di fuori delle mura cittadine. Sempre nei pressi, sorgevano le Vigne della Piazza, nel punto in cui ora vi è Piazza Nicola e Costa. Porta Pentimi, anch'essa risalente sino al 1700 e situata nei pressi della Chiesa di Santa Rosa, prende il nome dalla vicina bancata calcarea affiorante dal terreno, pentìmi appunto. Nel corso del tempo vennero aggiunte e spostate ulteriori porte a causa dell'espansione del nucleo abitato. Quindi, per l'allargamento della cerchia muraria, Porta delle Olive fu spostata attorno al '700 mantenendo il suo nome originario, e lo stesso successe per Porta Caroseno, conosciuta anche come Porta della Frascina. Al giorno d'oggi delle antiche torri ci è arrivato ben poco. Pertanto è ancora possibile distinguere la Torre Nuova, comunemente chiamato Castello, ubicato nell'attuale Via Fratelli Bandiera (conosciuta anche comeVia del Castello). Si tratta di un bastione cilindrico del '400, unico superstite della vecchia cinta difensiva assieme alle mura ad esso annesse in un cortile privato. Dalla sua cima si scorge una scultura dedicata a Maria da Castellana o La Castellana la quale, secondo una leggenda, insieme alle sue due figlie avrebbe trovato riparo nei boschi lì vicino a seguito della morte del marito, il Castellano di Bari, avvenuta in un tremendo assalto saraceno nel 978 alla città di Bari. 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